Lettera di Luca Tarable ai futuri primini dell'Oberdan


1 dicembre 2017, Santa Monica, CA 90404

Sono felice.
Non avrei mai pensato di avere un ufficio a Venice Beach che dà direttamente sul boardwalk e sull’oceano.
Ci sono stati momenti in cui non avrei mai pensato di avere un ufficio.
Sono qualcuno ora, ma niente di certo ancora.
Sono speciale, nel senso che ognuno di noi lo è, a proprio modo, con i propri tempi.

Abbiamo un intero mondo da offrire, coltivare, evolvere, i cui giudici non devono essere i limiti e le paure che solitamente vengono addossati ai sogni che ognuno ha e vorrebbe realizzare, ma soltanto la nostra voglia di dare qualcosa e dire parole infinite al presente, che ci dà il vero potere di essere ciò che vogliamo, quando lo vogliamo, semplicemente perché lo vogliamo.

Ora sono un editor di Snapchat, vivo a Santa Monica e posso fare ciò che ho sempre sognato: surfare ogni mattina all’alba, sviluppare la mia vita, dedicarmi alla scrittura, conoscere persone nuove, esplorare la cultura in cui sono immerso da più di un anno, essendomi trasferito a Boston per studio, preparare un Ironman Race, cantare nel tempo libero, lavorare sodo, dimostrare il mio valore ai colleghi, innovare, cucinare nuove ricette, attraversare Los Angeles con lo skateboard...fino alla prossima avventura. Che vorrei fosse l’Asia.

E volere è davvero potere.

Io, andava in giro con la vespa, con la moto, a piedi, amando la nostra città, Trieste.
Sono sempre stato un ragazzo troppo vivace da redarguire, allergico ai compiti per casa e alla ricerca di scorciatoie per i compiti in classe, nonostante il talento e l’ambizione sopiti dai fervori adolescenziali.
Arrivavo come un fulmine con il mio cinquantino rosso piuttosto elaborato ma elegante nell’aspetto, a volte parcheggiando in via Veronese sfidando le intemperie ed il traffico selvaggio se ero in ritardo, altre cercando conforto e tepore passando per via Besenghi e arrivando nel paradiso del motorino assieme a tutti gli altri esemplari di studenti puntuali e premurosi.

Ci sono tante lezioni che ricordo di aver appreso al liceo Oberdan, ci sono tanti contenuti che porto con me ancora oggi.

Quando mi ritrovo a citare la letteratura latina, quando esprimo un parere rifacendomi a una corrente filosofica, quando cito un evento storico, quando so capire a cosa serva una derivata e cos’è un coseno in un mondo dove il seno è spesso poco matematico, quando mi accorgo di saper parlare bene l’inglese, quando posso pensare a un passo della divina commedia, quando un’alba e un tramonto mi parlano di poesia, quando i colori del mare hanno l’essenza della storia dell’arte, quando vivere è un continuo istante catartico che danza con epifanie sempre diverse.

Si sceglie ogni giorno. C’è bisogno di seguire le proprie inclinazioni, la passione ci fa attrarre le giuste opportunità, che colte al momento giusto ci fanno fermare all’improvviso dall’alto di una pianura ed osservare il panorama della nostra vita mentre schiarisce.

La strada è ancora lunga. Le scelte che ho fatto mi rendono fiero. La mia scuola è ciò che sono in ogni parte di mondo in cui vivo.

La mia scuola, i miei amici, i miei professori sono un disegno universale che avverto e osservo, e si stende sulla tela del cielo, della città, dell’oceano. L'Oberdan è stata la mia scuola, oggi può diventare la vostra scuola. Non abbiate paura di scegliere.

Luca

 

Luca

Ultima revisione il 10-11-2020