Premio Gambrinus

Come ogni anno ottima la partecipazione delle diverse scuole secondarie di primo e secondo grado, con un totale di 69 testi pervenuti, distribuiti tra il Liceo G. Oberdan, F. Petrarca, Carducci-Dante, Istituto Deledda-Fabiani e gli Istituti Comprensivi Divisione Julia, L.Stock, Tiziana Weiss e Roiano-Gretta.

Si tratta della 23′ Edizione del Concorso scolastico “Scrittori in erba”, a cura dell’Associazione Culturale Amici del Caffè Gambrinus., esordito per la prima volta nel 1995 e d’allora buona palestra di scrittura in quell’arco di anni altrimenti poco indagato che va dalla terza Media al biennio delle Superiori.

Terzo classificato Giovanni Nevijel della IC, il cui testo con piacere pubblichiamo

 

Scrivi l'incipit di una storia incentrata su un personaggio – reale o di fantasia – che presenterai in modo diretto, mettendone in evidenza la caratterizzazione fisica, psicologica, culturale, sociale e ideologica

Teo si accorse degli uccelli che cantavano nascosti fra gli alberi del viale solo dopo una decina di minuti di cammino, nonostante la sua testa fosse più vicina alle chiome degli alberi rispetto alla media. La sua lunga figura era forse un po' sgraziata poiché i suoi movimenti davano l'impressione che fosse cresciuto troppo e troppo velocemente e che lui non avesse ancora capito come gestire tutta quella lunghezza che gli era arrivata addosso all'improvviso; ma nel contempo la sua poco elegante longilineità suscitava affetto e tenerezza in chi lo guardava – e di questo Teo era felicemente consapevole.

Infatti sapere di aver strappato un sorriso, di aver fatto brillare un lampo di affetto nel cuore delle persone erano sensazioni che gli donavano un sottofondo di serena felicità, da quando vedeva la prima persona della giornata a quando richiudeva il portone dietro di sé alla sera.

Teo aveva bisogno di quella sensazione.

Usciva spesso a fare lunghe passeggiate in città per la sola necessità di avere delle persone intorno a sé. Non che fosse un individuo solo, dal momento che, grazie alla sua gentilezza e alla sua simpatia, aveva una nutrita schiera di amici, ogni tanto anche una compagna – ma nessuna relazione duratura. Nonostante ciò sentiva la profonda necessità di essere circondato da estranei; magari si sedeva su una panchina assorto nei suoi pensieri (ed erano pensieri veramente degni di questo nome: Teo era un uomo di grande intelligenza) ma ciò non gli impediva di osservare gli altri con una curiosità pari a quella che mostrava nello scrutare dentro sé stesso.

Aveva frequentato ottime scuole, leggeva con piacere e suonava il sassofono baritono in un gruppo con grande passione e abilità.

Era felice di essere lasciato in pace immerso nelle sue meditazioni però contemporaneamente bramava di essere attorniato dai passanti, di vedere il loro fluido scorrere avanti e indietro.

Aveva cercato a lungo la ragione di questa strana dipendenza – e si trattava di una vera e propria dipendenza perché quando era solo soffriva, era teso e ansioso – ma da un po' aveva lasciato perdere, forse a causa della dolce rassegnazione che era propria della sua idea del mondo.

Non era un menefreghista, anzi cercava di aiutare il prossimo, chiunque egli fosse, al punto da dare in beneficenza una gran parte del patrimonio che aveva avuto in eredità: ciò che gli era rimasto, del resto, gli permetteva di vivere di rendita.

Godeva della bellezza del mondo, la cui multiforme vita vedeva scorrere davanti ai suoi occhi, godeva della sua stessa dolce malinconia ed era “a conti fatti, lievemente felice” - come spesso amava ripetere.

Premio Gambrinus

Ultima revisione il 10-11-2020